Spesso la menopausa viene tanto temuta dalle donne perché porta con sé tutta una serie di cambiamenti e perché potenzialmente potrebbe provocare disturbi a vari apparati; l’osteo-articolare è uno di questi.
Nel caso dell’osteporosi, ci si riferisce ad una malattia metabolica delle ossa, dove vi è una marcata diminuzione della massa e della consistenza ossea con conseguente rischio di fratture.
Se vogliamo vedere questa malattia dal punto di vista psicosomatico, Claudia Renville nel suo bellissimo libro Metamedicina scrive: “l’osteoporosi potrebbe derivare da una sensazione di scoraggiamento perché ci sentiamo poco valorizzati oppure oppressi per molto tempo da una persona che ha un atteggiamento di chiusura e con cui non riusciamo a entrare in contatto.
Le persone che soffrono di osteoporosi hanno spesso l’impressione di aver dovuto subire per tutta la vita”.
Claudia Renville
Queste parole mi risuonano dentro perché ho provato esattamente la sensazione descritta dalla Renville in un periodo della mia vita lavorativa in cui mi sono sentita svalutata e non vedevo alcuna via di fuga. Ricordo che per mesi i miei problemi alla schiena erano notevolmente peggiorati e che dovevo continuamente correre dal dentista per nevralgie, carie, bruxismo. Nel mio caso una volta che ho lasciato quel lavoro e mi sono dedicata ad un’attività che per me era stimolante e mi dava gratificazioni i problemi che avevo sono andati via via scemando.
Con questo non voglio dire che ci dobbiamo dimenticare del resto, tutt’altro; per ottenere dei buoni risultati oltre a sistemare la parte psico-emotiva dobbiamo anche aiutare il corpo attraverso l’alimentazione, il movimento, la respirazione, il massaggio, la meditazione o qualsiasi tecnica energetica che senti più adatta a te.
Come sempre l’alimentazione gioca un ruolo importantissimo, quindi attenzione ai cibi che acidificano il corpo (cibi raffinati e proteine animali) in quanto provocherebbero una serie di reazioni atte a produrre sostanze tampone.
In prima battuta l’eccesso di acidi nel corpo viene compensato da sodio, fosforo e calcio stesso (smobilizzato dalle ossa). Quindi il consumo di prodotti caseari con lo scopo di incrementare i livelli di calcio nelle ossa ottiene proprio l’effetto contrario. Per quanto riguarda la carne, contiene un’alta quantità di fosforo, che compete con il calcio per i siti di assorbimento nelle ossa.
Per concludere è risaputo il ruolo cruciale che riveste la vitamina D per fissare il calcio nelle ossa, ma altrettanto importanti sono anche le vitamine antiossidanti che vanno a compensare i danni provocati dai radicali liberi sul tessuto osseo; come si evince da studi recenti che hanno evidenziato la correlazione tra osteoporosi e infiammazione. Basta una passeggiata di 30 minuti al giorno, avendo come accortezza quella di non usare gli occhiali da sole, per dare modo al nostro corpo di sintetizzare il precursore della vitamina D.
